di Marco Solinas

"�questo
villaggio che ho fondato presso il ruscello delle api selvatiche, ed a cui avrei
voluto dare un nome della mia lingua che sto dimenticando, Bak der Binnen, che
significa appunto 'Rio delle Api': ma la gente di qui ha accettato il nome solo
in parte, e fra di loro, nel loro linguaggio che � ormai il mio,lo chiamano 'Bacu
Abis'."
� cos� che alla conclusione del delizioso capitolo dedicato al piombo in Il
sistema periodico Primo Levi ci propone un'etimologia originale e seducente
del nome del villaggio minerario sulcitano. Un'etimologia pi� plausibile ci
viene offerta da Giovanni Lupinu ne la sua Storia della lingua sarda che
fa derivare Bacu dal campidanese e barbaricino di sostrato paleosardo b�k(k)u
che significa "valle , forra, sella fra due montagne, gola montana".
Non � per� la correttezza o meno dell'etimologia che rende il capitolo del
piombo importante al sardo che si interessa a Primo Levi. Ci� che sembra di
rilievo � l'interesse stesso che Levi mostra per la Sardegna (da lui chiamata
Icnusa, nell'opera citata).
Secondo due biografie di Levi apparse recentemente, egli scrisse il capitolo del
piombo nel 1941 quando, neolaureato di 22 anni, lavorava in una miniera di
amianto in Piemonte. Per�, secondo una delle biografie, il capitolo sub�
revisioni nel 1973-74 poco prima cio� della pubblicazione di Il sistema
periodico. � d'obbligo domandarsi quale sia stata la genesi della
fantastica odissea di Rodmund, germanico prospettore di minerali di piombo in
un'epoca indeterminata, ma antica.
� altretanto naturale domandarsi perch� il protagonista delle storia di Levi
sia finito proprio a Bacu Abis. Come sapeva Levi di Bacu Abis, nel 1941? Le
miniere di carbone del Sulcis erano alla ribalta della stampa nazionale alla
fine degli anni trenta. � in quegli anni che il governo di allora le
rivitalizz� dopo il fallimento della Societ� di Bacu Abis nel 1933 (il
1938 marca la fondazione di Carbonia). � anche da notare che in quegli anni la
Monteponi assunse la gestione delle miniere di Bacu Abis e che la Societ�
Italiana del Piombo e dello Zinco install� alla fonderia di piombo di San
Gavino un impianto di gassificazione del carbone che utilizzava la lignite del
Sulcis come materia prima. Ci� avrebbe potuto accostare il piombo al carbon
fossile nella mente di Levi che era in quegli anni studente di chimica; e
infatti in Sardegna il Rodmund di Il sistema periodico trova sia piombo
che una pietra che brucia. Levi potrebbe avere attinto a queste memorie
al momento della stesura del racconto nel 1941.
La storia potrebbe finire l� se non fosse per una vacanza che Levi trascorse in
Sardegna nel 1973. Ian Thomson ci dice nella sua biografia di Levi che nel
luglio del 1973 Primo Levi e sua moglie Lucia trascorsero una breve
vacanza in Sardegna, una vacanza che contribu� a ravvivarlo. Thomson aggiunge
che la vacanza fu piena di armonia e che il singolare senso di solitudine della
Sardegna concentr� il loro affetto reciproco. Levi era incantato dagli
orizzonti solitari dell'isola e dai suoi vetusti macigni erosi dal vento in
sculture alla Henry Moore. E c'� di pi�; in Piombo, per bocca di
Rodmund, Levi cos� descrive il paesaggio sardo: Quella � una terra di
roccia e di vento che mi piacque subito: l'aria era piena di odori d'erbe, amari
e selvaggi, e la gente sembrava forte e semplice�ho noleggiato un asino col
suo conducente, e questo � vero, sono asini piccoli�ho visto che era giusta
anche la faccenda delle fortezze di pietra: non sono proprio grosse come
montagne, ma solide, di forma regolare, di conci commessi con precisione: e
quello che � curioso, � che tutti dicono che "ci sono sempre state",
e nessuno sa da chi, come, perch� e quando sono state costruite. �Il paese
dei metalli � da ubriacarsi:.. � vicino al mare, una fila di colline che in
alto diventano dirupi, e si vedono vicino e lontano, fino all'orizzonte, i
pennacchi di fumo delle fonderie..
Ora, � difficile concepire che una
tale
descrizione venga dalla penna di qualcuno che non ha visitato la Sardegna; gli odori
d'erbe amari e selvaggi bisogna sentirli per descrverli cos� efficacemente.
Sembra lecito supporre che Levi abbia modificato la versione del capitolo del
1941 includendo le sue impressioni di Sardegna in seguito alla sua visita del
1973. Ho cercato di verificare l'ipotesi, ma mi sono dovuto arrendere, per il
momento. La famiglia di Primo Levi preferisce mantenere il riserbo sulla sua
vita e finora non ha collaborato con I suoi biografi. I biografi non conoscono
l'itinerario della visita di Levi in Sardegna. Pare che il dattiloscritto
originale del capitolo sia negli archivi di Einaudi e mi propongo di tentare di
vederli la prossima volta che sono a Torino
Ora siamo di ritorno all'etimologia di Bacu Abis e, dal momento che abbiamo dato
via libera all'immaginazione, supponiamo che passando da qualche parte nelle
vicinanze Levi, alla vista delle miniere di piombo, si sia ricordato del suo
germanico Rodmund del 1941 e abbia deciso di farlo viaggiare fino al Sulcis.
Levi, che conosceva il tedesco (aveva studiato chimica organica su testi
tedeschi e aveva 'perfezionato' la lingua nel Lager) ha associato il nome
tedesco per ruscello (Bach) con il nome sardo per api ed � felicemente arrivato
a Bacu Abis. Poi ha inventato la storpiatura Bak der Binnen che si adatta
al carattere un po' rozzo del suo eroe Rodmund e ne ha tratto una bella
conclusione alla storia.
Non sapremo mai se questo � successo; Levi non � pi� l� per illuminarci.
Nonostante ci�, chi ha un interesse nell'opera di Levi e nella Sardegna pu�
aggrapparsi all'idea che le sensazioni fugaci, ma felici dell'unica sua visita
in Sardegna si siano tradotte in pagine destinate a durare.
* la grafica della copertina del libro
"Il sistema periodico" � di John Clarke
** l'immagine della fonderia di S. Gavino proviene dal sito http://www.sangavino.net/mostra_fotofrafica.htm
