2° biking tour di Isola Sarda

Giugno 2003

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Vai al 1° Bikingtour 2002
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Il 1° Bikingtour di Isola Sarda del 2002 è stata una bella esperienza per i 3 partecipanti, tanto che è stata ripetuta nel 2003. I partecipanti al tour sono più o meno gli stessi: Michaela, Tore, Giorgio avevano già partecipato alla scorsa edizione; quest'anno si è aggiunto anche Brian a partire dalla terza tappa. Brian abita in Inghilterra e Michaela in Germania; non si può negare che si sia trattato di un tour a livello ... internazionale :-)
L'esperienza dell'anno precedente è servita a organizzare questa seconda edizione in modo ancor più efficiente e dobbiamo anche ringraziare la buona sorte che ci ha permesso di portare a termine questa avventura senza grossi inconvenienti, che possono sempre accadere.

Cosa è cambiato rispetto all'edizione precedente? La durata del tour è stata anche stavolta di 9 giorni; abbiamo spostato il periodo in avanti di 10 giorni visto che l'anno scorso una maestralata ci aveva impedito di godere "dal di dentro" la bellezza del mare sardo. L'itinerario è ovviamente cambiato: questa volta ci siamo spostati dalla costa occidentale a quella orientale. La lunghezza del percorso non si è scostata di molto assestandosi intorno ai 600 km (ognuno di noi ne ha percorsi da 380 a 440). La costa orientale presenta una orografia molto più accidentata rispetto a quella occidentale; indubbiamente il percorso è stato più impegnativo. 

In seguito al 1° biking tour abbiamo ricevuto diversi messaggi di lettori che si accingevano ad intraprendere lo stesso tipo di avventura e che hanno utilizzato la nostra esperienza come modello o come spunto per il loro giro. Per aiutare questi amici scriverò in questo resoconto un maggior numero di informazioni riguardanti il tracciato e le località che abbiamo visitato.
Il tempo atmosferico è sempre stato clemente: non ha mai piovuto, abbiamo avuto qualche nuvola nei primi due giorni, mentre dal terzo giorno c'e' stato un clamoroso innalzamento della temperatura che ha superato i 35 gradi all'ombra, valore piuttosto anomalo per questo primo periodo di giugno. Ha fatto quindi un po' di caldo e non poche persone ci hanno guardato come dei pazzi, ma a parte delle grandiose sudate non abbiamo avuto problemi e quando abbiamo potuto tuffarci in acqua abbiamo trovato un mare dalla temperatura tropicale. Il vento, a differenza della scorsa edizione, non ci ha mai disturbato.

Nella figura in alto a destra potete notare la mappa con l'itinerario. Vi racconteremo il nostro giro tappa per tappa.

1 tappa: Quartu S.Elena-Muravera 
Partenza sabato 7 giugno da Quartu. Nella foto potete vedere, oltre a due dei partecipanti, la nostra "ammiraglia" che anche quest'anno ha fatto il suo dovere portando le bici, gli alimenti e le attrezzature da campeggio. Il percorso per Muravera ha seguito la strada provinciale per Villasmius, la panoramica di Serpentara, la litoranea di Costa Rej, tutte asfaltate e con pochi strappi in salita (Solanas e Punta Molentis). Nell'ultima parte un po' di spazio allo sterrato, con uno breve salita presso Capo Ferrato e una incursione tra gli stagni di Feraxi e Colostrai.
Durante tutto il tour abbiamo sempre cercato di evitare di percorrere la statale 125 "Orientale Sarda". Vi invitiamo a fare altrettanto ma attenzione agli inevitabili errori di percorso. La segnaletica in queste "stradine" è totalmente inesistente e (ahimè) non sempre chiedere aiuto alle persone che incontrerete potrà risolvere la situazione. Come è noto non è facile indicare correttamente un percorso, tantopiù quando si tratta di strade carrarecce in cui mancano spesso i punti di riferimento. In caso di dubbio forse sarebbe consigliabile seguire le strade principali. Noi pero' non l'abbiamo fatto, trovandoci talvolta nei guai.  
A Colostrai
abbiamo sostato al Camping Torre Salina. Tra tutti i camping visitati questo è quello che mi è piaciuto di più per l'organizzazione soprattutto se si ama la tranquillità, ma dobbiamo purtroppo registrare un grosso difetto: la località è infestata da miriadi di zanzare che (anche a causa del vicino stagno) che hanno lasciato il segno sulle nostra pelle, fregandosene dell'Autan. Ci siamo grattati per giorni!

Nelle foto seguenti  vi mostriamo due delle spiagge che si possono ammirare percorrendo la panoramica Cagliari-Villasimius.

Torre delle Stelle (Genn'e Mari)

Villasimius - Spiaggia di Campus

 

2 tappa: Muravera-Perdasdefogu 
Nella seconda tappa abbiamo deciso di abbandonare la costa e di addentrarci nell'interno per assaporare i silenzi e i profumi della montagna sarda. Inoltre la zona del Salto di Quirra ci attirava per il suo carattere selvaggio, lontano da tutti i flussi turistici; una delle piccole perle che abbiamo voluto inanellare nel nostro itinerario. Per raggiungere l'altopiano abbiamo scelto la strada più difficile. La cartografia ufficiale ci indicava la presenza di mulattiere che raggiungevano la zona da sud, ma non sempre per questa tipologia di viabilità le informazioni sono sufficienti e nelle mappe non vengono certamente indicati elementi che possano renderne impossibile la percorribilità, come ad esempio muri e recinzioni o variazioni causate da frane e alluvioni e anche il fondo delle mulattiere non viene mai indicato, cosicchè si rischia di percorrere delle vere e proprie pietraie e di sbagliare strada spesso.. La salita all'altopiano è stata quindi faticosa e l'orientamento "a naso" (anche perchè una mappa nelle mani di Tore ha la stessa utilità di freezer in Alaska). Si è lasciata la strada statale poco dopo il paese di S. Vito e ci si è diretti verso nord attraversando alcune colline per raggiungere quota 500 metri e trovare strade piu' percorribili all'altezza di Monte Cardiga. La macchina non può effettuare questo percorso e dovrà raggiungere l'altopiano effettuando un lungo giro. 
Dopo il M. Cardiga la strada è asfaltata e prosegue con saliscendi che ci portano a 650 m. Siamo i zona militare (ma percorribile) e ogni tanto incontriamo qualche installazione. Troviamo molti animali al pascolo brado ed un silenzio veramente prezioso. Vedendo quelle mucche e quei maiali al pascolo libero mi viene da pensare agli allevamenti moderni e penso che quelle bestie sono in fin dei conti molto fortunate a vivere in un simile paradiso. 
A Perdasdefogu pernottiamo presso l'unico albergo del paese, Hotel Mura, un due stelle dignitoso e tranquillo.

Salita verso il Salto di Quirra

Arrivo a Perdasfefogu

Installazione radar nel Salto di Quirra

L'altopiano da M. Cardiga

3 tappa: Perdasdefogu-Marina di Bari 
Anche questa è una tappa montana. Si sale sulla provinciale asfaltata sino ai 865 m. di Genna su Ludu. Da qui decidiamo di effettuare una deviazione, tanto per rendere l'itinerario un pò più movimentato e per godere appieno i panorami offerti dalla valle del riu Bau Arena, circondato da creste rocciose che vengono denominate "tacchi".  Il cartello indica la Caserma della Forestale di Semida e, dopo una salita impegnativa, si raggiunge la chiesa campestre di S.Barbara di Ulassài (tanto per cambiare anche qui Tore si è perso).
Qui la strada ridiventa asfaltata. In questa zona è possibile ammirare una bella cascata (asciutta in estate) e le famose grotte Su Marmuri. Si sale sino al paese di Ulassài (709), ma è davvero l'ultima salita della giornata  perchè da qui in poi si scende verso il mare con una lunga discesa che attraversa il paese di Jerzu, noto, tra l'altro, per il famoso vino Cannonau. Fortunatamente Brian non era ancora con noi e non ha quindi potuto prosciugare i bar del paese.
La discesa ci porta attraverso l'abitato di Cardedu dove lasciamo la statale per raggiungere il campeggio "L'ultima spiaggia" situato nella marina di Barisardo. A Barisardo preleviamo Brian che ci raggiunge in corriera e da questo momento si unisce a noi.  La notte purtroppo riusciamo a dormire ben poco a causa di tamarri da spiaggia (muniti di impianto stereo pazzeschi) nel totale disinteresse del personale del camping che ha dimostrato ben poca professionalità.

 
I tacchi di Ulassài

Il webmaster ha confermato di essere il più scarso in salita

A Barisardo ci raggiunge anche Brian con la sua simpatia

4 tappa: Marina di Bari-Baunei 
In questa tappa ci si sposta verso nord costeggiando il mare in una zona abbastanza pianeggiante. Vi sono alcuni brevi strappi prima della spiaggia di Cea. Seguiamo la costa percorrendo strade secondarie e ci immettiamo nella statale alcuni chilometri prima di Tortolì. Da qui raggiungiamo Arbatax per una breve sosta alle "rocce rosse".  Per evitare di ritornare indietro verso Tortolì attraversiamo la peschiera anche se la zona non è accessibile: dobbiamo scavalcare un alto cancello e raggiungiamo S. Maria Navarrese. 
Solitamente la nostra tappa è stata divisa in tre parti, per dar modo di cambiare l'autista della macchina. A causa delle operazioni di smontaggio delle tende e delle abitudini non particolarmente mattiniere dei partecipanti (escluso Brian che si è sempre svegliato alle 6) la partenza è stata sempre intorno alle 10 del mattino e dopo due semitappe, verso le 14, sostavamo presso una spiaggia (quando possibile) per un bagno ristoratore e per mangiare (pane, formaggio e frutta). A cena, nei campeggi, abbiamo spesso mangiato le ricche insalate preparate da Micheala, che sono ormai un classico dei nostri giri. Quando abbiamo pernottato in paese, a Perdasdefogu e a Baunei, abbiamo invece cenato in ristoranti e pizzerie. Brian è quello che ha sofferto di più per questo tipo di dieta, ma ha accettato la cosa di buon grado, limitandosi a sognare la notte abbondanti libagioni a base di carne e vino rosso. Brian non parla italiano, ma come per miracolo, le sue capacità di comunicazione si affinano quando deve trovare un bar per ordinare "birra grande". 

Ma torniamo al nostro itinerario. All'inizio è una tappa tranquilla, ma dopo S. Maria finisce la pacchia e incomincia la salita più lunga di tutto il tour. Giungiamo a Baunei (480 m.) dove ci accoglie la squisita ospitalità dell'amico Vincenzo. Con lui e con Mauro, che tra l'altro cura il sito Baunei On bike (www.bauneionbike.it) parliamo degli itinerari di questa zona. Sappiamo difatti che l'indomani ci attende un'altra salita impegnativa, ma questa è una delle zone più belle della Sardegna, è impervia; e offre montagna, mare e archeologia. La popolazione di Baunei, a differenza di altre località sarde che hanno rovinato il loro territorio con interventi discutibili, ha fatto una scelta diversa e coraggiosa, impedendo l'edificazione selvaggia. Nel Supramonte di Baunei abbiamo vissuto i più bei momento del nostro tour, pertanto ci auguriamo che questa scelta venga premiata dalla crescita di un turismo come quello dell'escursionismo che è in grado di creare sviluppo preservando la bellezza di questi luoghi.

        

Sosta alle rocce rosse di Arbatax

Baunei

5 tappa: Baunei-Golgo-Cala Gonone 
Nel territorio di Baunei si trovano molti splendidi luoghi, sia marini che montani, lontani dalle strade asfaltate e raggiungibili in alcuni casi solo via mare. Non potevamo certo fermarci troppo da queste parti visto che la nostra meta era Olbia, ma non volevamo neanche tirare dritto senza effettuare almeno una escursione nel supramonte di Baunei. Grazie ai consigli di Mauro e Vincenzo abbiamo effettuato un giro circolare che ci ha portato all'altipiano del Golgo attraversando il sentiero che segue la valle del Rio Dolcolce. Dopo una breve visita alla pittoresca chiesa di S. Pietro e alla voragine "Su Sterru", siamo risaliti verso il costone roccioso che sovrasta Baunei, per poi proseguire il nostro itinerario lungo la statale 125 in direzione Dorgali.  

I 4 partecipanti al tour

Discesa Rio Dolcolce

La chiesetta di S. Pietro nell'altipiano del Golgo

Betilo con volto umano di fronte alla chiesa

La strada, dopo Baunei, continua a salire sino a raggiungere i 1017 metri del passo di Genna Silana, il punto più alto raggiunto durante il tour. E' una salita lunga ma non eccessivamente impegnativa, con pendenze sempre abbordabili. Durante la salita Brian ha avuto alcuni miraggi vedendo la macchina appoggio dietro ogni curva prima del passo, dove, comunque, è arrivato per primo.
La discesa verso Dorgali e quindi, dopo la galleria, verso Cala Gonone.

Al passo di Genna Silana 1017 m.

L'asino

A Cala Gonone ci fermiamo per una giornata di sosta e meritato riposo.
Non possiamo certo dire di Cala Gonone le stesse cose che abbiamo detto di Baunei. Sebbene la natura sia stata generosa con i dorgalesi, perchè la località è situata in un contesto naturale splendido, nel permettere la crescita di un simile ammasso di edifici non si può certo dire che le siano stati riconoscenti. Il paese è infatti obiettivamente molto brutto, le case sono tutte palazzine in stile periferia urbana, un breve lungomare che vorrebbe portare una ventata di riviera romagnola si risolve invece in uno squallido susseguirsi di bancarelle da stadio e locali di terz'ordine. Il campeggio è stato in assoluto il più rumoroso anche per via di cani e altre bestie umane motorizzate che scatenavano la potenza dei loro motori nella strada adiacente. Visto che la piccola spiaggia di Cala Gonone non lasciava presagire niente di interessante per noi amanti della tranquillità, abbiamo deciso di passare la giornata nella vicina Cala Fuili, cha abbiamo raggiunto in bicicletta. Dobbiamo sottolineare che dal giorno precedente è scoppiato un caldo eccezionale per il mese di giugno tanto che si sono toccate punte di 38 gradi senza un filo di vento. Questo ha reso le nostre pedalate forse un po' piu' difficoltose e la dispersione dei liquidi più intensa. Alcune persone ci hanno detto "ma chi ve lo fa fare?" ma noi a dire il vero non abbiamo patito il caldo in modo particolare, forse perchè fa comunque parte di quello sforzo che è comunque un ingrediente costante dei nostri giri ciclistici.   

Cala Gonone

Cala Fuìli

6 tappa: Cala Gonone-S.Lucia di Siniscola 
Questa tappa inizia subito con una delle salite più impegnative del giro, per quanto riguarda la pendenza. Dobbiamo abbandonare l'area in cui le montagne del Gennargentu si gettano in mare e di trasferirci in un area caratterizzata da coste meno accidentate. Il caldo torrido di queste giornate ci fa poi sentire ancora più scoscesa la strada che da Cala Gonone porta alla caletta di Osalla, situata alla foce del fiume omonimo. Proseguiamo verso Orosei attraversando un paesaggio differente da quello dei giorni precedenti e caratterizzato dai corsi d'acqua costieri. Dopo una sosta a Cala Liberotto decidiamo di tentare il passaggio attraverso l'area naturalistica di Bidderosa, nonostante le mappe non ci indichino chiaramente se sia possibile. Troviamo subito una difficoltà: lo stagno Curcurica, a differenza di molti altri stagni sardi, non muore sulla spiaggia ma la interrompe creando un ostacolo che a prima vista ci sembra insormontabile, visto che vediamo passare alcune barche. Scopriamo però che in un punto l'acqua è alta solo 1 metro, pertanto ci mettiamo le bici in spalla e attraversiamo il fiume. Dall'altra parte non troviamo pero' alcun sentiero ma solo la magnifica e lunga spiaggia di Bidderosa. Grazie anche all'assenza di onde scopriamo che possiamo pedalare sul bagnasciuga ed è stupendo. Successivamente troviamo i sentieri tenuti efficienti dalla Forestale in questo che ci sembra un vero e proprio paradiso a cui assegniamo il nostro personale bollino blu con la scritta "magnifico". Giungiamo al faro di Capo Comino avendo attraversato 20 km di costa meravigliosa evitando ancora una volta la strada statale. Si prosegue ancora per pochi chilometri sino al camping "La Pineta" di S. Lucia. Anche questo è un camping rumoroso per via del disco bar e non si trova vicino ad una spiaggia. In giugno per fortuna c'e' molto spazio e noi ci siamo abituati a dormire ognuno nella propria tenda. Pare infatti che durante la notte tutti i partecipanti si dedichino abbondantemente alla pratica dello "snoring" e quindi, dopo alcune difficili convivenze, abbiamo scelto di dormire ognuno nella propria tenda con la distanza delle tende che aumentava di tappa in tappa (un sociologo potrebbe studiare questo comportamento).        

Chiesa S. Maria 'e mare a Orosei

Brian nella spiaggia di Bidderosa

Tipica sosta per il pranzo

Ultime salite del tour: dopo questa tappa il percorso si fa meno scosceso

7 tappa: S.Lucia di Siniscola - Olbia

Nell'ultima tappa il percorso si fa più facile anche per quanto riguarda il fondo stradale. Dobbiamo per forza seguire la statale 125 che in questa zona segue da vicino la costa, costellata di villaggi turistici. Facciamo sosta nella spiaggia di S. Teodoro, poi proseguiamo la nostra corsa verso nord. Attenzione perchè non esiste un camping oltre Porto S. Paolo, prima di raggiungere il capoluogo della nuova provincia sarda di Gallura, anche se su qualche mappa potrete trovare riferimento a campeggi a Porto Istana. Il camping Tavolara, situato proprio di fronte alla omonima isola è ben attrezzato. Unici nei: la strada statale un pò troppo vicina e la spiaggia stupenda ma non molto grande che puo' essere quindi sovraffollata nei periodo di alta stagione. La mattina seguente pedaliamo gli ultimi chilometri del giro verso Olbia, dove Brian e Michaela prendono il treno del ritorno. 
E' finita anche questa piccola avventura lasciandoci dei bei ricordi e già da subito si è cominciato a parlare del giro del prossimo anno. Forse non lo faremo in Sardegna: si parla di Sicilia e di Austria. Forse qualche altro lettore si aggiungerà a noi, scriveteci con le vostre impressioni a [email protected].

Cavalli presso lo stagno di S. Teodoro. Sullo sfondo l'isola di Tavolara

Tavolara

Brian e Michaela tornano in treno

un saluto dal webmaster

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