Le ricerche condotte nella parte montana e collinare del bacino idrografico del Rio Santa Lucia hanno permesso di censire 669 taxa di cui 628 di rango specifico, 35 sottospecifico, 2 varietale e 4 ibridi, afferenti a 364 generi e 101 famiglie (tab. 4). Le Dicotyledones con 70 famiglie, 266 generi e 486 entit� sono risultate dominanti rispetto agli altri gruppi sistematici.
Tra le famiglie con il maggior numero di entit� (fig. 2 e tab. 5) al primo posto troviamo le Compositae (73), seguite dalle Leguminosae (64) e dalle Gramineae (61). Interessante appare il dato delle Umbelliferae e delle Cruciferae che presentano un numero di generi (rispettivamente 18 e 17), prossimo a quello delle entit� (22 e 19).
Relativamente alla ricchezza floristica, nella tab. 6 si � messo a confronto il territorio studiato con le vicine aree di Pixinamanna (Arrigoni 1964), Pantaleo-Gutturu Mannu-Punta Maxia (Camarda & al. 1993), Monte Tamara (Ballero & al. l.c.) e Monte Arcosu (Mossa & al. 1996). Relativamente alla flora di Pixinamanna non sono stati considerati i taxa di rango inferiore a quello sottospecifico e ci� ha portato a una riduzione delle entit� da 552 a 467. Dalla comparazione delle diverse flore risulta che il bacino idrografico del Rio Santa Lucia � floristicamente pi� povero rispetto a tutte le altre aree eccezion fatta per quella di Pantaleo-Gutturu Mannu-Punta Maxia. Tali dati sono giustificati dalla notevole differenza di superficie, dalla natura dei substrati e dalla relativa omogeneit� del territorio esaminato rispetto alle aree di Monte Tamara, Monte Arcosu e Pixinamanna. L'unica zona effettivamente comparabile per superficie e omogeneit� territoriale risulta infatti quella di Pantaleo-Gutturu Mannu-Punta Maxia, che appare notevolmente pi� povera sia in termini strettamente numerici che di rapporto con la superficie.
I dati dello spettro biologico (fig. 3) confermano essenzialmente la mediterraneit� dellarea (T=41.2%) e lelevato grado di ricoprimento boschivo (P=10%). Lalta percentuale di geofite (G=14.6%) appare legata alluso antropico del territorio, in particolar modo alla pratica degli incendi e alle attivit� di tipo silvo-pastorale. Significativa la percentuale di idrofite (I=2.7%), localizzate essenzialmente lungo i torrenti e presso le sorgenti.
Dalla comparazione dello spettro biologico (tab. 7) con quello della Sardegna (Bocchieri 1995) non emergono particolari discordanze, si evidenziano solo differenze per i valori delle terofite con la flora di Pixinamanna (Arrigoni 1964) e di Pantaleo-Gutturu Mannu-Punta Maxia (Camarda & al. 1993). I valori percentuali delle terofite rilevati per tali flore risultano significativamente superiori (10.8 e 7 punti %), senza che vi siano importanti giustificazioni paesaggistiche se non quelle della esposizione a mare per larea di Pixinamanna e del probabile inserimento di aree agricole per quella di Pantaleo-Gutturu Mannu-Panta Maxia. Relativamente ai recenti lavori realizzati per il Monte Tamara e Arcosu, dalla comparazione con la flora del Rio Santa Lucia, i valori rilevati appaiono in linea eccezion fatta per le idrofite. Ci� � spiegabile con la natura geomorfologica e geologica dei due sistemi. Entrambi presentano infatti pochissimi corsi d'acqua e sorgenti, il Monte Tamara risulta inoltre costituito da rocce di natura calcarea che presentano anche fenomeni di carsismo di profondit�.
Tab. 11. Numero e percentuale di endemiche. La componente endemica (tab. 12) ed in particolare i taxa esclusivi Armeria sulcitana Arrigoni, Genista valsecchiae Brullo & De Marco ed Helichrysum montelinasanum E. Schmid evidenziano l'autonomia floristica del settore, confermando quanto gi� posto in rilievo da Mossa & al. (1996). Il ritrovamento di Borago pygmaea (DC.) Chater & Greuter, Galium corsicum Sprengel, Genista aetnensis (Biv.) DC., Genista valsecchiae Brullo & De Marco, Linaria arcusangeli Atzei & Camarda, Ophrys x maremmae O. & E. Danesch nsubsp. woodii Corrias e di Orchis x penzigiana Camus nsubsp. sardoa Scrugli & Grasso, contribuisce a meglio definire l'areale e l'ecologia di tali entit�. In particolare, il rinvenimento di Borago pygmaea (DC.) Chater & Greuter nel Canale di Sa Senna Manna ed in quello di Longufresu, conferma il dato bibliografico riportato da Valsecchi (l.c.) relativamente a un exsiccata della zona di Capoterra, presente nell'erbario di Cagliari e privo di data e raccoglitore. Per quanto riguarda Galium corsicum Sprengel, si tratta della prima segnalazione per il Sulcis e della seconda per la Sardegna meridionale, precedentemente era stato infatti ritrovato solo sul Monte Linas da Angiolino e Chiappini (1983). Genista aetnensis (Biv.) DC. sino ad ora era stata segnalata solo per la localit� Is Cannoneris (Camarda & al. 1993), mentre Genista valsecchiae Brullo & De Marco ritenuta costiera in quanto segnalata esclusivamente per le coste sud-occidentali (Brullo & De Marco 1996). Il ritrovamento di Linaria arcusangeli Atzei & Camarda sia sul Monte Arcosu che sul Monte Lattias, amplia ai monti sulcitani l'areale di questa specie, in quanto segnalata sino ad oggi solo per l'Arco dell'Angelo (Atzei & Camarda 1984, Camarda 1985) e per il Rio Cannas (BALLERO, 1988). Relativamente a Ophrys x maremmae O. & E. Danesch nsubsp. woodii Corrias e Orchis x penzigiana Camus nsubsp. sardoa Scrugli & Grasso, va detto che si tratta della prima segnalazione per il Sulcis e che di entrambe le entit� � stato rinvenuto un solo esemplare. Interessanti anche i dati che confermano la presenza di rari endemismi quali Genista morisii Colla, Mentha requienii Bentham, Ophrys holoserica (Burm.) Greuter subsp. chestermanii Wood, Orchis mascula (L.) L. subsp. ichnusae Corrias e Soleirolia soleirolii (Req.) Dandy. Tra le entit� endemiche, sono state inserite anche Dipsacus ferox Loisel. in accordo con quanto proposto da Bocchieri & al. (l.c.) e Helichrysum italicum (Roth) Don subsp. microphyllum (Willd.) Nyman secondo quanto proposto da Biondi & al. (l.c.). Per quanto riguarda invece Serapias nurrica Corrias, va evidenziato che non � stata inserita tra le entit� endemiche sulla base dei recenti ritrovamenti nel sud del Portogallo (Salkowski 1993) e delle ricerche di carattere tassonomico e fitogeografico (Scrugli 1997). Sulla base di tali studi e secondo quanto proposto da Scrugli (1997), si � perci� ritenuto pi� opportuno considerare tale specie come una stenomediterranea occidentale.
Per quanto riguarda i taxa dinteresse fitogeografico, viene confermato il dato attinente il ritrovamento di Urginea fugax (Moris) Steinh. (Arrigoni 1964), Salix atrocinerea Brot. (Camarda & al. 1993) e Spiranthes aestivalis (Poiret in Lam.) L.C.M. Richard. (Marras & al. 1995). Relativamente a Taxus baccata L., si evidenziano un secondo popolamento nel Canale di Senna Manna e la presenza di diversi esemplari isolati, sia sulle creste del Monte Lattias che nel Rio su Fundu. Vengono segnalate, nuove per il Sulcis: Blechnum spicant (L.) Roth, Cneorum tricoccon L., Laurus nobilis L., Leucojum aestivum L. subsp. pulchellum (Salisb.) Briq., Lilium candidum L., Quercus x morisii Borz� e Scilla obtusifolia Poiret. In particolare, riguardo a Blechnum spicant (L.) Roth va evidenziato che si tratta della terza segnalazione per la Sardegna e della stazione pi� meridionale, precedentemente era conosciuta infatti solo per il Gennargentu e il Limbara (Ferrarini & al. l.c.). I popolamenti di Laurus nobilis L., per la posizione inaccessibile in cui si trovano e per le notevoli dimensioni degli esemplari, rappresentano sicuramente uno degli esempi relittuali di laurisilva pi� interessanti della Sardegna. |
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